Settembre, dopo le sette palle prese dall’Inter, il destino del Sassuolo sembrava segnato. Senteza scritta: il Sasòl retrocede. Va giù a picco senza lasciare tracce in questa stagione. Quella partita è stato il punto più basso della storia neroverde, sette schiaffi, le ditate si vedono ancora oggi sul volto dei protagonisti e fanno male. Ma quello è passato recente. I neroverdi hanno avuto la forza di reagire, di rimettersi in discussione, tutti quanti indistintamente: tecnico, giocatori, società. Il picco più basso, ma è li che scatta la molla, rabbia e voglia di riscatto ti portano a compiere le imprese più incredibili come quelle di Napoli e Roma, il provinciale Sassuolo è riuscito a togliere punti a squadre che in casa avevano sempre vinto. La vittima sacrificale si è presa la sua bella rivincita. Nulla è stato fatto, sia ben chiaro. Quella sentenza era sbagliata allora, e lo è pure adesso, forse è solo rimandata e sarà il tempo ad esprimersi, il calcio è popolato da professori, indovini, sognatori ed avvocati, giudici e becchini. Il morto ancora non c’è, maggio è lontano pareccchi mesi, e solo nel quinto mese dell’anno si saprà se c’è un condannato o un assolto. La sentenza ora può aspettare. Il presente è il pareggio dell’Olimpico, e negli stadi dove c’è la pista di atletica, Magnanelli e compagni non perdono, sono solo similitudini e suggestioni, il fotball però è il regno della scaramanzia dove i gesti consueti, le abitudini e riti sono quasi più attraenti di una bella donna a cui fare la corte. Il pareggio nella città eterna è un punto di partenza, è il presente di una corsa piena di speranzae. Il futuro è Domenico Berardi, a Roma ha mostrato la sua classe, la sua sfrontezza, il suo essere determinante con facilità a soli 19 anni. In questo momento le porte della Nazionale sono chiuse per non aver risposto alla convocazione di maggio (post baldoria con il Livorno), si riapriranno presto quando Mimmo deciderà di scusarsi, e in quel momento probabilmente sarà chiamato da Cesare Prandelli; eresia? La sentenza prematura insegna che di scontato non c’è proprio un cazzo. Intanto il Sassuolo se lo gode e coccola. Il campionato è cominciato a Napoli, si è fermato per qualche partita, ed è ripreso a Roma, un punto di partenza. Una stazione da cui ripartire ancora una volta. Questa squadra, quando è con le spalle al muro, sa come reagire, ha un tecnico di carattere, ma soprattutto uno che ha saputo rivedere i suoi piani tattici; nell’istante in cui non ci sono stati i risultati è finito sulla graticola, lui ha risposto con 4 punti in due partite (TSC l’aveva scritto!!!). Di Francesco non è esente da colpe quando sono arrivate sconfitte in serie, attenzione però, non lo sono nemmeno la società e i giocatori, troppo facile e semplice salire sul carro in caso di vittorie e vederlo poi vuoto nel momento in cui si prendono sette palloni con l’Inter, o si perde a Parma in maniera incredibile. Intanto si avvicina il mercato, qualcosa andrà fatto, non gli ultimi giorni, ma subito all’inizio della campagna acquisti, questo scotto è già stato pagato in estate, ad agosto e addirittura settembre sono arrivati Schelotto, Ziegler, Pegolo, Pucino, Floro Flores e Marrone. Non ci sarà mai la controprova, ma probabilmente con operazioni di mercato fatte nei tempi giusti, ora la classifica del Sassuolo poteva essere diversa, questa è un’altra bruciatura a cui paghi dazio quando sali di categoria, quella serie A da difendere con i denti fino al giorno in cui arriverà la sentenza. Prima di allora…Testa sul manubrio e pedalare. Intanto la sosta, arriva nel momento meno opportuno, l’entusiasmo post Sampdoria e Roma va messo momentaneamente nel cassetto e trasformato in energia positiva alla ripresa con l’Atalanta. Un ultima cosa: se il campionato finisse oggi, il Sassuolo sarebbe salvo. Ricordate la sentenza?
* su twitter @amontefusco71
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