INSIEME

E’ una catena umana fatta di abbracci, stracci e migranti. E’ la solidarietà istintiva, è la merenda preparata ai bambini con le lacrime agli occhi gonfi di rabbia e gioia che non c’è.  La condivisione di vizi e virtù, e il terreno che scivola sotto i piedi, è l’inverno in cerca di un porto in cui attraccare. Blocchi di cemento bilanciano il destino, dettano il tempo della navigazione verso l’ignoto. E’ una parola necessaria senza remore. Insieme senza esserlo davvero.  E’ il destino riluttante delle razze non riconosciute. 

 Insieme all’insaputa dell’uno e dell’altro in un destino comune senza frontiere e gravità. Un foglio non appartiene a chi lo scrive ma alle persone che lo leggono, è un centesimo di umanità, una frazione di epoche senza reazioni. La terra e il corpo hanno la testa sotto le stelle, si mescolano alla via Lattea ogni sera mentre un cane abbaia alla luna.  Insieme come un punto e una virgola, insieme fra il punto esclamativo e quello interrogativo. Insieme nel bel mezzo di due parentesi. Insieme come la coca e il panino da Mc Donald’s.  Insieme dentro ad un teatro dove recitano la storia della tua vita. E’ un evento in collaborazione con un regista dal volto sfigurato, non c’è più distanza fra la superficie della strada e quella della nostra anima.

Tutto questo è  un insieme di cose inspiegabili, un groviglio di pance vuote in cerca di cibo e benessere. Gli occhi pesti dalla vergogna, i cori nella curva del male, lo stadio vuoto che si riempie di cose becere. Il porto franco di una politica senza logica, i banchetti vuoti disertati dal potere. Insieme come un puzzle attaccato incollato provvisoriamente con lo scotch e un po’ di saliva.

Insieme sull’asfalto, due piedi che corrono, il cronometro scorre come sempre tiranno e nemico. 

Su twitter @amontefusco71

* Tratto da libro Insieme, in uscita il 29 novembre 2013, in vendita online http://www.ilmiolibro.itImmagine

L’arte del saper soffrire

Settembre,  dopo le sette palle prese dall’Inter, il destino del Sassuolo sembrava segnato. Senteza scritta: il Sasòl retrocede. Va giù a picco senza lasciare tracce in questa stagione. Quella partita è stato il punto più basso della storia neroverde, sette schiaffi, le ditate si vedono ancora oggi sul volto  dei protagonisti e fanno male. Ma quello è passato recente. I neroverdi hanno avuto la forza di reagire, di rimettersi in discussione, tutti quanti indistintamente: tecnico, giocatori, società. Il picco più basso, ma è li che scatta la molla, rabbia e voglia di riscatto ti portano a compiere le imprese più incredibili come quelle  di Napoli e Roma, il provinciale Sassuolo è riuscito a togliere punti a squadre che in casa avevano sempre vinto. La vittima sacrificale si è presa la sua bella rivincita. Nulla è stato fatto, sia ben chiaro.  Quella sentenza era sbagliata allora, e lo è pure adesso, forse è solo rimandata e sarà il tempo  ad esprimersi, il calcio è popolato da professori, indovini, sognatori ed avvocati, giudici e becchini.  Il morto ancora non c’è, maggio è lontano pareccchi mesi, e solo nel quinto mese dell’anno si saprà se c’è un condannato o un assolto.  La sentenza ora può aspettare.   Il presente è il pareggio dell’Olimpico, e negli stadi dove c’è la pista di atletica, Magnanelli e compagni non perdono, sono solo similitudini e suggestioni, il fotball però è il regno della  scaramanzia dove i gesti consueti, le abitudini e riti sono quasi più attraenti di una bella donna a cui fare la corte. Il pareggio nella città eterna è un punto di partenza, è il presente di una corsa piena di speranzae. Il futuro è Domenico Berardi, a Roma ha mostrato la sua classe, la sua sfrontezza, il suo essere determinante con facilità a soli 19 anni. In questo momento le porte della Nazionale sono chiuse per non aver risposto alla convocazione di maggio (post baldoria con il Livorno), si riapriranno presto quando Mimmo deciderà di scusarsi, e in quel momento probabilmente sarà chiamato da Cesare Prandelli; eresia? La sentenza  prematura insegna che di scontato non c’è proprio un cazzo. Intanto il Sassuolo se lo gode e coccola. Il campionato è cominciato a Napoli, si è fermato per qualche partita, ed è ripreso a Roma, un punto di partenza. Una stazione da cui ripartire ancora una volta.  Questa squadra, quando è con le spalle al muro, sa come reagire, ha un tecnico di carattere, ma soprattutto uno che ha saputo rivedere i suoi piani tattici;  nell’istante in cui non ci sono stati i risultati è finito sulla graticola, lui ha risposto con 4 punti in due partite (TSC l’aveva scritto!!!). Di Francesco non è esente da colpe quando sono arrivate sconfitte in serie, attenzione però,  non lo sono nemmeno la società e i giocatori, troppo facile e semplice salire sul carro in caso di vittorie e vederlo  poi vuoto nel momento in cui si prendono sette palloni con l’Inter, o si perde a Parma in maniera incredibile.  Intanto si avvicina il mercato, qualcosa andrà fatto, non gli ultimi giorni, ma subito all’inizio della campagna acquisti, questo scotto è già stato pagato in estate, ad agosto e addirittura settembre sono arrivati Schelotto, Ziegler, Pegolo, Pucino, Floro Flores e Marrone. Non ci sarà mai la controprova, ma probabilmente con operazioni di mercato fatte nei tempi giusti, ora la classifica del Sassuolo poteva essere diversa, questa è un’altra bruciatura a cui paghi dazio quando sali di categoria, quella serie A da difendere con i denti fino al giorno in cui arriverà la sentenza. Prima di allora…Testa sul manubrio e pedalare. Intanto la sosta, arriva nel momento meno opportuno, l’entusiasmo post Sampdoria e Roma va messo momentaneamente nel cassetto e trasformato in energia positiva alla ripresa con l’Atalanta. Un ultima cosa: se il campionato finisse oggi, il Sassuolo sarebbe salvo. Ricordate la sentenza? 

* su twitter @amontefusco71